Kiabi sempre più vicino ai consumatori

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ACCELLERA IL DIGITALE TRA SOSTENIBILITA’ E PURPOSE AZIENDALE

Con la pandemia c’è stato un forte ritorno ai valori, agli aspetti e agli asset più rilevanti dei brand. I consumatori richiedono una maggiore vicinanza da parte delle insegne, che devono essere un punto di riferimento, attraverso azioni mirate dal giusto ‘tone of voice’. In quest’ottica, è fondamentale saper rispondere alle nuove richieste del mercato con strategie sostenibili e credibili, tenendo conto della criticità di un periodo che ormai da tanto tempo influenza lo scenario generale e le strategie di comunicazione. KIABI, ha avuto la capacità di rispondere prontamente alla pandemia, portando avanti la sua mission di rivoluzione del fast fashion attraverso il concetto di moda a piccoli prezzi per tutta la famiglia. Realizza un’ampia e versatile offerta per tutti i budget, gli stili e le morfologie.

In un’epoca di trasformazione così importante come quella in cui ci troviamo, KIABI rappresenta un vero e proprio punto di riferimento, anche in qualità di player di spicco di comparti come quello del kids, del bebè, del premaman e delle taglie forti.

KIABI approda nel mercato italiano venticinque anni fa con l’apertura del primo negozio a Milano. Oggi l’insegna vanta 33 punti vendita sul territorio e rappresenta il primo e-retailer del mercato dell’abbigliamento online in termini di volume di vendita. La cross-canalità è uno dei punti a favore del brand. La sinergia di store “fisici” e dell’e-commerce è vincente, tanto che oggi il marchio vanta su KIABI.COM più di 200 milioni di visite all’anno.

Il sitosi posiziona come terzo migliore e-commerce in Italia*(nella categoria abbigliamento monomarca. La classifica “E-commerce, i 500 migliori shop online d’Italia” è stata pubblicata nel Corriere della Sera e realizzata da l’Economia con Statista a settembre 2020.), la piattaforma di vendita online rappresenta il 20% del fatturato del brand; segnala una crescita della cifra d’affari del 43% rispetto al 2019 e il 60% di nuovi clienti nel 2020.

KIABI ha rafforzato la presenza nel digitale e ha lavorato sull’integrazione fra i diversi canali, dialogando in modo efficace con i consumatori. Ha utilizzato il giusto ‘tone of voice’ nella declinazione della sua strategia di comunicazione, trasferendo contenuti pertinenti e coinvolgenti che rispondono ai cambiamenti in atto.

Il marchio francese punta al rafforzamento della propria posizione non solo in Italia, ma anche a livello mondiale. L’ampliamento del network retail si conferma uno dei driver della crescita del gruppo che nel 2020 ha aperto le porte all’Affiliazione Commerciale, con gestione dello stock in conto vendita, investendo in questo modello di business. L’espansione dei negozi sarà focalizzata su posizioni strategiche nei capoluoghi di provincia, preferibilmente situate in un centro commerciale primario, con aree di vendita di almeno 1.000 m2.

È stato lanciato inoltre a Gennaio 2021 il servizio gratuito ‘ritiro in negozio in 4 ore’ in tutti i punti vendita italiani, dove è possibile pagare e ritirare il prodotto in tutta sicurezza durante gli orari di apertura. Attraverso questa modalità è possibile consultare lo stock disponibile presso il punto vendita prescelto direttamente dal sito KIABI.COM. Dopo aver effettuato la scelta, il team KIABI contatta direttamente il cliente via sms e finalizza l’acquisto.

La sostenibilità è un elemento ormai chiave, che attraversa in maniera trasversale tutto il piano industriale dell’azienda: si è evoluta dall’essere un valore al divenire parte integrante del dna.

KIABI si pone grandi obiettivi per ridurre il suo impatto sull’ambiente. Entro il 2025 le collezioni saranno al 100% eco-sostenibili e il modello economico circolare. L’azienda sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti, trasformando i “rifiuti” in risorse; il fine è quello di raggiungere il 100% di materiali sostenibili utilizzati per la produzione di indumenti e accessori tessili. È in corso anche un focus sull’organizzazione logistica e di trasporto per ridurre l’impronta di carbonio sull’ambiente. Il 22% degli acquisti di KIABI sul 2020 è avvenuto con materiali più sostenibili. Sono stati prodotti 2.5 milioni di pantaloni denim trattati con il metodo eco-wash, 37 milioni di t-shirt e 2,8 milioni di body da neonato in fibre di cotone da agricoltura biologica e integrata.

È stata posta inoltre maggiore attenzione allo smaltimento e al riciclo tessile, problema mondiale di enorme impatto, puntando sul progetto della Seconda Mano. KIABI Francia ha dato il via a 2 laboratori di personalizzazione per adattare, prolungare la vita dei capi presso gli store di Cormontreuil e Merignac; ha inoltre lanciato 6 corner dell’usato nei negozi stessi.  L’obiettivo del 2021 è quello di prevedere 25 corner di seconda mano in Francia, Italia, Spagna e Belgio. Il modello x-canal consente di offrire alla clientela un facile accesso al servizio sia dal web che dai punti fisici. I clienti possono rivendere i loro capi d’abbigliamento di qualunque marca e acquistare online indumenti di seconda mano. Il negozio KIABI di domani sarà “ibrido”, un vero e proprio luogo di vita, protagonista di un’economia virtuosa.

L’impegno di KIABI prosegue, la grande azienda presente in 17 paesi con 463 punti vendita è sempre pronta ad accogliere e affrontare nuove sfide!

Dati del gruppo KIABI 2020:

FATTURATO 1,692  Mld €

Più DI 25 milioni di clienti nel mondo

+2,4% di crescita

330 negozi in Francia       

133 negozi all’estero

463 negozi totali

42 anni di esperienza nel campo della moda

FATTURATO 180 mln € circa nel web mondiale

226 milioni di visite all’anno su kiabi.com

Più DI 5,8 milioni di fan nei social media

8.000 dipendenti nel mondo, di cui 580 in Italia 

200 dipendenti all’ufficio Stile, con a capo Alexander Pesty

KIABI IN PILLOLE

Nel 1978, nel nord della Francia, KIABI rivoluziona il fast fashion attraverso il concetto di moda a piccoli prezzi per tutta la famiglia, realizzando un’ampia e versatile offerta, pensata per tutti i budget, gli stili, le morfologie.

40 anni dopo, il piccolo marchio francese parte del gruppo AFM (Associazione Familiare Mulliez) proprietaria tra gli altri anche di Decathlon, Auchan e Leroy Merlin, è ormai un gruppo internazionale presente in 17 paesi, con più di 25 milioni di clienti e 1,692 miliardi di euro di vendite, raggiunte nel 2020.