Kiabi Human si racconta

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Come un fast-fashion sa essere virtuoso?

Dal rispetto dell’ambiente alle persone, fino al second hand.

KIABI HUMAN sceglie di raccontarsi e lo fa partendo dall’ascolto delle domande più frequenti, poste da collaboratori e dipendenti. Sulla base di questa interazione nasce un documento sulla responsabilità sociale d’azienda, incentrato sui momenti chiave del 2020 e sulla proiezione futura degli eventi.

Dall’idea al prodotto: la filiera che funziona

La promessa di KIABI, leader del ready-to-wear francese, è quella di offrire al mondo una moda accessibile a piccoli prezzi, equi tutto l’anno. Le collezioni sono disegnate in Francia da una squadra di più di 100 stilisti, modellisti e responsabili prodotto. I capi sono confezionati presso stabilimenti che lavorano per l’azienda in subappalto in 21 Paesi, soprattutto in Asia.

L’organizzazione collabora con 137 fornitori in 400 stabilimenti scelti in base a criteri di sostenibilità a tutto tondo: rispetto dei diritti umani, delle condizioni di lavoro, protezione dell’ambiente, prevenzione della corruzione, audit preventivo, controlli annuali.

Per offrire piccoli prezzi tutto l’anno KIABI agisce sulle diverse fasi della fabbricazione del prodotto. Ogni componente è studiato nei minimi dettagli per ottimizzare il costo complessivo, minimizzando gli scarti del materiale.

L’emergenza Covid-19 ha indotto l’organizzazione a ridurre il numero di scambi di campioni tra fornitori e squadre operative di messa a punto prodotto.

Prodotti eco-progettati: quando il bello si fa anche buono

Per ottenere un prodotto eco-progettato è necessario ottimizzare le fasi che portano alla creazione del prodotto finito. KIABI è parte attiva della sua filiera e interviene nella selezione delle materie prime, nel processo di fabbricazione, nel circuito logistico e nella rete di distribuzione.

Agendo direttamente in queste fasi sono stati prodotti 1 milione di piumini/cappotti in poliestere riciclato a partire da bottiglie di plastica usate, 2.5 milioni di pantaloni denim trattati con il metodo eco-wash. E ancora 37 milioni di t-shirt e 2,8 milioni di body da neonato in fibre di cotone da agricoltura biologica e integrata.

Moda Circolare: dare ai capi una seconda vita

KIABI si mobilita sia all’interno che all’esterno della sua organizzazione per dare il suo contributo alla moda circolare, che sa rigenerarsi da sola senza intaccare le risorse del pianeta.

È stata posta maggiore attenzione allo smaltimento e riciclo tessile, problema mondiale di enorme impatto, puntando al progetto second hand per dare nuova vita ai capi.

KIABI Francia ha dato vita a 2 laboratori di personalizzazione per adattare, prolungare la vita dei capi presso gli store di Cormontreuil e Merignac; ha lanciato 6 corner dell’usato nei negozi, prevedendo un lancio di un sito online dove procedere in digitale alla compravendita di prodotti usati.

È in atto una politica basata sulla gestione degli esaurimenti scorte e delle partnership per donazioni.

In Italia è in arrivo un test sul 2021 per i corner dell’usato, inizialmente solo in alcuni negozi, per promuovere anche qui il modello circolare in alternativa a quello lineare. Saranno previste per il prossimo anno anche delle raccolte abiti usati in collaborazione con un’associazione benefica.

Moda Inclusiva: l’uguaglianza della diversità

I principi chiave per KIABI sono da oltre vent’anni le pari opportunità e l’inclusività.

A questo proposito in Italia è in atto una collaborazione con enti provinciali per promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro di risorse disabili o in condizioni di vita precarie. È stato inoltre configurato un piano di inserimento dei profili con disabilità concordato dal dipartimento HR KIABI con i vari punti vendita nel territorio per il 2021.

Traducendo tutto questo in cifre sono stati stimati nel dicembre 2019 un numero totale di 400 collaboratori disabili all’interno del Gruppo KIABI.

Pianeta: dalle piccole azioni ai grandi progetti per il domani

KIABI si pone grandi obiettivi per ridurre il suo impatto sull’ambiente.

Entro il 2025 il brand francese di moda a piccoli prezzi punta a raggiungere il 100% di materiali sostenibili utilizzati per la produzione di indumenti e accessori tessili; verranno accelerate anche le fasi test per i progetti come l’usato, la raccolta, l’invenduto.

È in corso anche un focus sull’organizzazione logistica e di trasporto per ridurre l’impronta di carbonio sull’ambiente.

Il 22% degli acquisti di KIABI sul 2020 è avvenuto con materiali più sostenibili. È stato inoltre risparmiato 1 giro del mondo in camion a settimana grazie al nuovo magazzino Sud per l’area dell’Europa meridionale.

KIABI vuole rendersi protagonista di un mondo che cambia, ambendo ad essere sempre più leader del segmento moda del low fashion, tutelando le risorse disponibili e impattando in modo sempre minore sull’ambiente.